Sicilia on-the-road: 3 giorni tra Marsala, Mazara, Selinunte, Segesta e Gibellina
Volevo tornare in Sicilia da tanto tempo ma ogni volta,per un motivo o per l’altro, finivo sempre altrove. Finalmente questa volta è andato tutto liscio ed ho deciso di approfittare di un volo a buon prezzo di Ryanair su Trapani per trascorrere il ponte del 25 Aprile nella zona (tra l’altro in questi giorni mi hanno detto che al 90% la Ryanair toglierà tutti i voli da/per Trapani l’anno prossimo quindi bisogna approfittarne!!). Ero già stata in Sicilia in primavera e la considero la stagione più bella per visitarla: tutti i campi sono fioriti, la vegetazione è rigogliosa e le temperature miti sono perfette per girarla a piedi senza prendere un’insolazione.
Come spostarsi
Dove mangiare
- Mamma Caura (Mozia) : un bellissimo bar-ristorante con terrazza panoramica proprio davanti alle saline e ad un bel mulino. Perfetto per fare l’aperitivo al tramonto
- Panificio Ragona (Marsala): un panificio piccolissimo nel centro storico di Marsala (non lontano dalla piazza principale) che fa le arancine buonissime. Ne ha più di 20 tipi e le cucina espresse, da impazzire!
- Osteria San Lorenzo -SLO- (Marsala) : un bel ristorante moderno nel centro storico dove mangiare pesce freschissimo con un buon rapporto qualità-prezzo e bere ottimi vini (la carta dei vini è imbarazzante!). Prenotazione obbligatoria, è sempre stra-pieno!
- Ciacco Gourmet (Marsala) : un piccolo bistrot molto carino in una piazzetta del centro storico
- Mercato del pesce (Marsala): durante l’estate (da maggio a settembre) il mercato del pesce la sera si trasforma in fulcro della movida.Molto carino per aperitivo, cena e dopocena.
- La Lampara (Sciacca): ristorante sul porto dei pescatori. Antipasti molto buoni e pesce fresco. Peccato per il servizio..sono abbastanza disorganizzati e lenti.
- Hosteria del Vicolo (Sciacca): purtroppo io non sono riuscita ad andarci (era tutto prenotato), ma amici fidati di Sciacca mi confermano che è il ristorante top per mangiare pesce fresco e spendere il giusto.
- Euro Bar (Dattilo): nel piccolo (e insignificante aggiungerei) paese di Dattilo (che si trova lungo la strada tra Segesta e Trapani) c’è questo bar pasticceria dove si mangiano i cannoli più buoni della Sicilia. Lo riconoscerete dalla fila fuori. I cannoli sono più che a km zero e sono BUONISSIMI! Assolutamente da non perdere.
Dove dormire
- B&B La finestra sul Sale (Mozia): questo b&b si trova sopra sopra il ristorante Mamma Caura, proprio davanti alle saline ed al mulino. Se non volete perdervi la vista spettacolare delle saline all’alba o al tramonto è il posto che fa per voi.
- B&B Il profumo del Sale (Marsala): questo b&b si trova nel centro storico di Marsala, proprio dietro la piazza principale. Ha 3 stanze molto carine e la colazione è ottima. Unica pecca..la proprietaria genovese un po’ logorroica. Vi darà tantissime (e utili peraltro) informazioni, ma il dono della sintesi non ce l’ha. In ogni caso è assolutamente da consigliare.
- B&B Sidi Bou Said (Sciacca): un piccolo b&b nel centro storico di Sciacca. La stanza era un po buia, ma grande; colazione ottima e proprietari super-gentili.
- B&B Sicilia Antica (Trapani): questo b&b si trova a metà strada tra Trapani e Marsala e può essere un’ottima base per visitare la zona (ma anche per raggiungere l’aeroporto, soprattutto se avete il volo all’alba). La casa è nuovissima e si affaccia su un oliveto. Grande ospitalità e gentilezza.

L’itinerario
Giorno 1 (Mozia e Marsala)




Giorno 2 (Mazara del Vallo, Selinunte e Sciacca)




Giorno 3: Poggioreale, Gibellina e Segesta
La prima tappa dell’ultimo giorno è stata la città abbandonata di Poggioreale, disabitata dal 1968 dopo il terremoto del Belice che rase al suolo Gibellina e altre cittadine limitrofe. Quello che si visita oggi sono le rovine di questa cittadina, una sorta di Pompei dell’era moderna, dove tutto è stato lasciato così com’era nel momento della tragedia. È un luogo suggestivo ed estremamente fotogenico; si cammina tra le vie e le piazze circondate da palazzi crollati e invasi dalle piante. Da lì poi ci siamo spostate a Gibellina Vecchia, un posto che desideravo visitare da anni, dopo aver visto un docu-film di Paolini su Ustica girato proprio lì.
A differenza di Poggioreale, Gibellina venne completamente rasa al suolo dal terremoto del 1968. Per la sua ricostruzione (a 20 km di distanza dalla città orginale!) l’ex sindaco della città ebbe l’idea di “umanizzare” il territorio chiamando a Gibellina diversi artisti di fama mondiale come Consagra, Burri, Schifano, Cascella, Arnaldo Pomodoro e Paladino che rinnovarono il nuovo spazio urbano secondo una prospettiva innovativa. Burri però si rifiutò di inserire una sua opera nel nuovo contesto urbano e realizzò un “Grande Cretto” bianco nella vecchia Gibellina utilizzando le macerie, a memoria del sisma che la distrusse. Oggi sia il cretto che gli altri monumenti versano in stato di totale abbandono, Gibellina Nuova è una città fantasma come la vecchia, sono luoghi surreali che faccio fatica anche a descrivere. Il cretto però, pur essendo mal conservato (meno della metà è stato ridipinto nel bianco originale) è un luogo veramente suggestivo e non ha deluso le mie aspettative.
Non vi nascondo che la visita di Gibellina Nuova mi ha scatenato una grande rabbia verso questo paese, l’Italia, che non riesce mai a preservare le incredibili bellezze che ha, dove non c’è rispetto per la storia e per nessuno.
L’ultima tappa della mini vacanza è stata Segesta, un altro sito archeologico greco di inestimabile valore. Il sito si trova accanto ad una profonda gola naturale in mezzo a montagne selvagge e isolate da cui si vede il mare in lontananza. Quello che resta oggi dell’antica Segesta sono un tempio dorico incompiuto molto ben conservato, ma soprattutto un teatro in cima ad un’altura che gode di una scenografia naturale spettacolare, anch’esso praticamente intatto. Tornando verso Trapani per l’ultima notte prima di tornare a Milano ci siamo fermate a mangiare un ultimo cannolo a Dattilo, un paese di per sè insignificante, se non fosse per il bar del paese che vende i cannoli a km zero più buoni di tutta Sicilia. Una tappa obbligata per chiunque direi!
Che dire, come molte altre regioni italiane, anche in Sicilia ci si potrebbe stare mesi e mesi a visitare e scoprire le sue innumerevoli bellezze, per non parlare del mare e della natura. Io poi ho veramente un debole per questa terra anche per la sua cucina, che è la mia preferita in assoluto. Credo che potrei nutrirmi di arancine e cannoli per tutta la vita.