Il mio viaggio in Thailandia al tempo del Corona Virus: quando il “non potrà mica succedere?!?” invece succede! Il racconto emozionale del viaggio e cosa ho imparato

Dopo mille dubbi, incertezze, eventi molto al di fuori del mio controllo..sono finalmente riuscita a rientrare in Europa, più precisamente in Francia. 

Dire che questo viaggio in Thailandia lo ricorderò per sempre è un eufemismo! Era un viaggio che sognavo da un pò, ritornare in Thailandia con un progetto mio (che sono riuscita a farmi sponsorizzare in buona parte dell’Ente del Turismo Thailandese) e raggiungere poi un amico in Cambogia per rivedermi Angkor Wat ed esplorare altre zone del paese: non vedevo l’ora!!

La partenza era prevista per il 27 febbraio, pochi giorno dopo la scoperta del primo focolaio di Codogno. Con il senno di poi probabilmente sarebbe stato meglio non partire, ma (mea culpa) 1) ho sottovalutato la cosa (come buona parte degli italiani) e, 2) non viaggiavo da 2 mesi e iniziavo a dare pesanti segni di scompenso. 

Appena salita sul volo della Thai Airways mi hanno misurato la temperatura corporea, così come hanno fatto anche all’arrivo, all’aeroporto di Bangkok, con gli scanner termici. Da quel momento in poi la temperatura mi è stata misurata parecchie volte in Thailandia, in alcuni casi più volte al giorno (tipo ogni volta che rientravo in hotel o quando andavo a  fare colazione, all’ingresso dei Centri Commerciali e in svariate altre situazioni). Questo fatto da un lato mi trasmetteva sicurezza, ma dall’altro anche un pò d’ansia. Il limite era 37,5°…e avevo paura che per un pò di stanchezza o per un’insolazione (che in Thai è all’ordine del giorno) sarei potuta finire in ospedale. Per fortuna non è mai successo!!

I primi giorni del viaggio tutto sommato sono stata abbastanza serena, molti avevano le mascherine e c’erano i controlli, ma nulla di più. 

Covid Thailandia- diario di viaggio

Dopo circa 8-9 giorni dalla partenza sono iniziate ad arrivare le varie notizie dall’Italia sull’allargamento delle zone rosse, sul numero dei contagi che si impennava e l’elenco dei paesi che mettevano restrizioni agli italiani si allungava sempre di più. L’ansia ha iniziato a salire: cosa fare? A quel punto la risposta “rimango in Asia fino a fine aprile” per me è stata la più facile, avrei potuto lavorare da lì e, passati i famosi 14 giorni d’ingresso in Thai, sarei potuta entrare in altri paesi confinanti (Cambogia, Vietnam, ecc) senza avere problemi di quarantena, almeno così credevo. 

In quel momento mi sentivo carica, ho interpretato questa cosa come un’opportunità, ed ero pronta a seguire il mio piano con convinzione; ho iniziato a studiare per capire dove poter andare, a programmare le mie giornate come faccio sempre. Questa euforia però è durata ben poco, dai racconti di altri viaggiatori si è iniziato a capire che il passaporto italiano iniziava a fare veramente “brutto” un pò ovunque..paesi tipo il Vietnam respingevano gli italiani a priori (anche se erano fuori dall’Italia da mesi) e la stessa Thailandia ha deciso di mettere gli italiani prima in quarantena su base volontaria, poi obbligatoria, fino a poi negargli il visto all’arrivo. Il mio piano ha iniziato a vacillare, così come quello originale di andare in Cambogia dal 17 marzo in poi. La Thai Airways mi ha cancellato il volo di ritorno su Milano previsto per il 25 marzo e sono iniziati a saltare i voli un pò a tutti i turisti europei: la mia stabilità emotiva ha vacillato. In Thailandia continuavano a non dichiarare i numeri del contagio (o meglio, sono rimasti a quelli di gennaio, ma la cosa era quanto mai sospetta e tutti ti dicevano di non crederci!) e io ho dovuto iniziare a pensare a cosa fare; ecco, questa è stata forse la prima volta in cui il fatto di viaggiare da sola mi ha pesato come un macigno. Non potendo analizzare e condividere questa cosa con altri ti devi accollare tutte le valutazioni (e le decisioni), e in questo caso è stato particolarmente difficile. C’era che mi diceva “resta lì che qui è un inferno” e chi “torna perchè marca male e stanno chiudendo tutti i voli per l’Italia”. In questo caso, ancor più che in altri, nessuno poteva immaginare quello che sarebbe successo da lì a poco e la scelta poteva essere fatta solo sulla base del “sentimento”, di pancia insomma. 

L’idea di anticipare il rientro su Milano nel picco del contagio non mi attirava particolarmente, ma neanche l’idea di rimanere in Asia, dove il sistema sanitario non è all’altezza di quello europeo. Dal momento in cui è stata dichiarata la pandemia dall’OMS poi, non sarei più  stata coperta dall’assicurazione sanitaria in caso di problemi legati al COVID-19. 

Ho quindi cercato di capire quali potessero essere le alternative, finchè non mi sono “illuminata”..e mi è venuto in mente che sarei potuta andare in Francia da mia fratello (dove la quarantena non era ancora iniziata e i contagi, al momento, erano pochi). Dal sud della Francia sarei poi potuta tornare a Milano volendo (con il senno di poi..povera illusa..ahaha, ma questa è un’altra storia). 

Ho quindi telefonato alla Thai Airways e sono riuscita a cambiare gratuitamente il mio volo su Milano con un volo su Parigi per il 15 marzo. A questo proposito, devo fare i miei complimenti alla Thai Airways perchè hanno un numero di telefono dedicato che funziona h24 e ho impiegato meno di 10’ a fare tutto (mentre ho sentito diverse persone che non sono riuscite a mettersi in contatto con le loro compagnie aeree in nessun modo, anche se gli erano stati cancellati i voli!). Ho trascorso quindi gli ultimi giorni che mi separavano dal 15 marzo tra la bellissima isola di Koh Kood (che si trova davanti alla Cambogia) e Bangkok, dove la situazione era molto diversa da quella che avevo visto all’inizio del viaggio. 

Covid Thailandia- diario di viaggio

Si capiva benissimo che c’era un altro andazzo, mascherine introvabili e psicosi verso il turista europeo: appena dicevo che ero italiana tutti cambiavano espressione. Non avevo mai provato nulla del genere in vita mia!

Dal 13 marzo in poi sono arrivate a raffica notizie sempre peggiori, aeroporti chiusi in Italia, blocchi e quarantena praticamente ovunque e impennata dei contagi in mezza Europa. Sinceramente non vedevo l’ora di tornare e ho vissuto gli ultimi 2 giorni a Bangkok divisa tra la paura che mi potessero cancellare di nuovo il volo e la voglia di godermi gli ultimi 2 giorni di libertà in una città che amo moltissimo. 

Finalmente è arrivato il 15 marzo, dopo un pò di brivido perchè il sito della Thai non mi permetteva di fare il check-in online, finalmente vado in aeroporto e riesco ad avere la mia agognata carta d’imbarco. Si tornava in Europa!!!!!

All’arrivo a Parigi gli unici con la mascherina eravamo noi, quelli appena scesi dall’aereo; in aeroporto nessun controllo di nessun tipo e nessun inserviente/poliziotto con la mascherina..annamo bene!! Poi mi spiegano che in Francia le mascherine si possono comprare solo con prescrizione medica, quindi solo chi ne ha realmente bisogno può comprarla (idea condivisibile, visto com’è andata a finire in Italia!). 

Salgo poi sul treno per Montpellier e iniziano a circolare le voci di una chiusura delle frontiere europee. Neanche il tempo di rilassarmi che sono di nuovo in ansia: vuoi vedere che adesso non riesco a rientrare a Milano? 

Ho deciso di non pensarci! Per ora rimarrò a Montpellier a casa di mio fratello, poi si vedrà. 

Macron ieri (16 marzo 2020) ha chiuso tutte le frontiere per 30 giorni (inclusa quella di Ventimiglia)..nei prossimi giorni contatterò l’Ambasciata e vedremo il da farsi. In ogni caso so già che quando tornerò a Milano dovrò farmi 14 giorni di quarantena 😉

Cosa ho imparato da questo viaggio? 

  1. Che ci sono delle cose che non potrò mai prevedere (e per me che amo organizzare tutto..è un big deal..) 
  2. Che devo essere sempre pronta all’improvvisazione 
  3. Che sono più forte di quello che pensavo 
  4. Che bisogna scegliere quello che ci fa stare meglio, anche se agli altri non sembra la scelta giusta. Nessuno ha la sfera di cristallo (anche se vogliono farvi credere di sì). 
  5. Che c’è sempre chi sta molto peggio di me e devo baciare per terra anche, banalmente, solo perchè sono nata in Italia (l’80% della popolazione mondiale non è libera di muoversi nenche senza pandemie in corso!).
  6. Che si sta parecchio male bloccati dall’altra parte del mondo, senza sapere se si riuscirà a tornare a casa. Il poter decidere quando tornare da un viaggio è un’altra faccia altrettanto importante del concetto di libertà (e non ci avevo mai riflettuto).
  7. Che il primo viaggio che farò appena sarà possibile sarà probabilmente il più emozionante di tutti!!

Andrà tutto bene!!!

Covid Thailandia- diario di viaggio

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